Camerata Mediolanense

Camerata Mediolanense

[Italian Version]

SOURCE – Atalanta Fugiens is probably your most evolved record even though you do something different after each record. However, what made you go in this direction with the new album?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Parlando strettamente del progetto compositivo di “Atalanta Fugiens”, l’opera manifesta una tendenza verso la “sobrietà”: austerità nei mezzi musicali, moderazione nella scelta delle texture, chiara ambientazione armonica. Tutto questo rende senz’altro “Atalanta Fugiens” molto diverso dai nostri dischi precedenti. È un figlio del suo tempo, e questo tempo è caratterizzato dal rifiuto della complessità in musica. La complessità un tempo era un valore; oggi invece essa non attira l’ascoltatore, anzi lo allontana, lo spaventa.

Addirittura la capacità di ascoltare attivamente la musica oggi è diminuita, in linea generale, e purtroppo in parecchie persone anche dotate di sensibilità e cultura è proprio scomparsa. E non è un problema di retaggio sociale o culturale dei singoli: è una tendenza comune a tutto il mondo occidentale, è lo Zeitgeist a cui si è soggetti attualmente.

La nostra idea è stata dunque quella di realizzare un lavoro musicale di fruizione abbastanza immediata, apparentemente semplice, nel quale la complessità è occultata. Noi non vogliamo e non possiamo rinunciare alla complessità. Allora la lasciamo intravedere, essa è alla portata solo di chi è disponibile ad addentrarsi al di sotto della superficie. Questo livello profondo significativamente si allinea con la natura ermetica del testo che abbiamo usato.

SOURCE – How did you come to sign with Prophecy Productions?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Più di dieci anni trascorsero fra l’uscita di “Madrigali” (1999) e il progetto compositivo del nostro quarto lavoro “Vertute, Honor, Bellezza”, basato su liriche del poeta italiano medioevale Francesco Petrarca. In quel periodo ci trovavamo senza label, perché Discordia/Triton era fallita; tutto sommato pensavamo di procedere con un’autoproduzione. Fra le varie proposte che ci arrivarono in quel periodo, l’offerta della Prophecy (che avrebbe coinvolto tutta la nostra discografia) ci apparve subito molto interessante, ma tergiversammo un anno prima di deciderci a firmare il contratto con loro, poiché si trattava di affrontare una vera rivoluzione editoriale. Alla fine ci ha convinto la serietà dell’etichetta e soprattutto l’affidabilità e la passione del suo fondatore, Martin.

SOURCE – What inspired the album title “Atalanta Fugiens”?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Prima parlavamo della complessità che giace al di sotto della superficie dei brani musicali, aggiungiamo che il gioco ermetico fra elementi manifesti ed elementi nascosti si rispecchia anche nei testi, che sono tratti dal libro “Atalanta Fugiens” di Michael Maier. In questo trattato di alchimia del Seicento, l’autore commenta i “segreti della natura”; l’opera è suddivisa in cinquanta capitoli, ognuno dei quali è caratterizzato visivamente da una immagine, musicalmente da una fuga a tre voci, poeticamente da un epigramma e letterariamente da un discorso esoterico. Il titolo dell’opera prende spunto dal mito greco di Atalanta che viene ricreato nelle fughe a tre voci: Atalanta è una fanciulla molto attraente costretta dal padre al matrimonio, a lei non gradito: per evitarlo, ottiene il permesso di sfidare alla corsa i numerosi pretendenti che la richiedono in sposa, con l’accordo che, qualora vinca lei, essi verranno uccisi. Ecco perché “fugiens” (in fuga): Atalanta fugge, correndo più forte di tutti, e vince sempre, fino a quando Hippomene la batte con l’inganno, distraendola nella corsa grazie a tre mele d’oro che gli sono state donate da Afrodite. Tutta l’opera di Maier oscilla rintracciando nella natura il Duale, ovvero gli elementi che a volte si respingono altre si attraggono (soprattutto il femminile e il maschile), e l’elemento terzo, che è equilibrio fra i due ma anche ambiguità. Il ricordo di Atalanta “fugiens” è, nel libro di Maier, rappresentato in maniera bellissima anche grazie al fatto che tutti i suoi brani musicali sono scritti in forma di “fuga”, dove appunto la voce superiore conduce (Atalanta), quella inferiore insegue (Hippomene), mentre il basso è il frutto dorato che giace sul terreno e sostiene tutta l’architettura della fuga. Abbiamo seguito la tematica di Maier utilizzando strettamente i suoi testi in lingua latina, ma creando la nostra musica, del tutto nuova; come omaggio però abbiamo voluto registrare la sua fuga n° 50, l’ultima, alla fine del disco.

SOURCE – What led to the extended time frame between “Atalanta Fugiens” and “Le Vergini Folli”?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – E’ stato intenzionale, è la nostra concezione del comporre musica: la costruzione dei nostri lavori è calma, ci caratterizza il desiderio di lasciar sedimentare idee e spunti, che prendono la loro strada quando il loro tempo è arrivato; noi non abbiamo nessuna fretta di portare a termine i nostri lavori. Inoltre, se tra “Vergini Folli” e “Atalanta Fugiens” sono trascorsi sette anni, noi proprio non ce ne siamo accorti: il nostro tempo interiore evidentemente scorre lentamente.

SOURCE – What are your goals and expectations for the album?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Come sempre le nostre aspettative sono basse, visto che siamo consapevoli di creare qualcosa di parecchio diverso da ciò che è proposto dal mainstream. Anzi, spingendoci un po’ più in là, possiamo dire che la nostra proposta musicale è addirittura all’opposto rispetto alla musica mainstream. Tuttavia non facciamo musica per pochi eletti, perché il nostro scopo ideale è arrivare a chiunque, convinti che non sia difficile apprezzare il nostro linguaggio musicale. Usiamo il canto melodico, l’armonia e il contrappunto, mezzi che arrivano da molto lontano e che tutti noi riconosciamo.

SOURCE – I’ve been listening to the new album, and there’s a really broad range of sounds apparent, perhaps even more so than in the past. Is that reflective of listening habits changing, or being more confident about infusing various influences?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Non sei il primo che fa questa osservazione, che per noi è quasi sorprendente giacché “Atalanta Fugiens” tecnicamente è stato registrato con un numero molto ridotto di strumenti musicali. Allora ci si deve chiedere, cosa ha prodotto questa comune osservazione? La risposta è che probabilmente il risultato di ricchezza sonora e timbrica deriva dal peculiare mix fra le voci e gli effetti: le tre voci di Desirée, Chiara e Carmen sono presenti in tre modalità, ovvero in primo luogo nel modo classico come soliste, in secondo luogo in amalgama, e infine anche usate come strumenti musicali veri e propri, trattate creativamente con molti effetti diversi fino a essere smaterializzate. Queste combinazioni vanno a dare colori originali e inattesi alle sonorità dei brani. Ciò è il risultato del lungo e certosino lavoro fatto in studio insieme al nostro tecnico Paolo Siconolfi. La sonorità che ultimamente caratterizza i nostri pezzi deriva fondamentalmente dal nostro amore per gli effetti, in particolare per i riverberi e i delay, un amore che è sempre stato presente nei nostri lavori ma che ha potuto essere sviluppato in modo tecnicamente ineccepibile solo da quando lavoriamo con Paolo. Il primo esempio dell’uso di questa tecnica è stato “Quando ’l sol”, ovvero il primo brano che abbiamo mixato con lui. E’ importante notare che in quel brano, e in tutto “Le Vergini Folli”, la base era il pianoforte, mentre ora abbiamo applicato questa peculiare tecnica di missaggio a un organico strumentale.

SOURCE – How was the video shoot for Embryo Ventosa?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Per il primo video (dei tre che erano previsti dall’etichetta per la promozione del disco) abbiamo voluto sottolineare la nostra dimensione di band che suona, quindi ci è venuto naturale basare le riprese su una specie di live, un “live stilizzato”. In effetti dal vivo “Embryo Ventosa” è questo: tre voci femminili, una tastiera, e un gruppo di persone che suonano tamburi, che di solito sono quattro, ma possono essere due come pure dieci. Come regista abbiamo scelto Luca Rossato, il quale in passato ci aveva fatto alcuni servizi fotografici che ci avevano soddisfatto parecchio. Si è creata una bella atmosfera, e l’unica cosa veramente difficile è stata trovare una giornata in cui tutti fossimo liberi.

Tutto diverso è stato il secondo video, quello per “Hermaphroditus”: è stato girato come un piccolo film in costume, con un copione, un luogo, un’idea precisa che collega musica e immagini, una data specifica (il solstizio d’inverno) e la regia congiunta della nostra cantante Carmen e Alan Factotum, regista celebre in un settore decisamente lontano dal nostro.

Per finire, ancora diverso è il terzo e ultimo video che uscirà a breve, quello di “Corallus”. Qui la regia di Federico Goglio con l’attivo contributo della nostra cantante Chiara ha prodotto un classico videoclip, fine e armonioso.

È necessario dire due parole sull’eclettismo che chiaramente è emerso dalla descrizione di questi tre video. Non esiste, né vogliamo che esista, alcuno stile ricorrente per i nostri video. La Camerata Mediolanense ha sempre lasciato i registi liberi di lavorare sulla sua musica come meglio essi credevano, perché il nostro è un progetto puramente musicale, ha a che fare con l’udito e non con la vista; solo nel momento del live, mentre siamo sul palco, musica e impatto visivo risultano fusi in un unico concetto artistico. Ma per quanto riguarda i videoclip, essi sono assolutamente eterogenei perché non abbiamo nessun interesse ad associare la nostra estetica musicale con un particolare e ben definito filone visivo. Per noi la musica deve in primo luogo parlare da sé e di sé. Ecco perché siamo attratti da registi con personalità divergenti, ciascuno con le proprie idee, il proprio stile, la propria peculiare sensibilità.

SOURCE – What’s the most important component in promoting an album in 2024? Is it videos, getting on streaming playlists, something else?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Siamo le persone meno indicate a rispondere a questa domanda, perché restiamo convinti che la musica abbia una sua forza propulsiva, che prima o poi arriva a chi deve arrivare. Questo perché la musica ha un potere esoterico, agisce come un farmaco, scalfisce la roccia scavando pian piano il suo sentiero. Per questa idea non abbiamo mai dato grande importanza ai social e solo di recente, per esempio, è stato creato l’account ufficiale Instagram della Camerata. Comunque non ci sottraiamo all’uso di Internet, perché volenti o nolenti quello è il territorio su cui attualmente si fa promozione, tuttavia cerchiamo di mantenere un profilo sobrio ed evitiamo quelle strategie che cozzano con la nostra sensibilità. Chiaramente collaboriamo con la nostra label Auerbach /Prophecy, ma sono loro a fare la gran parte del lavoro promozionale, e secondo noi lo fanno bene. Per aumentare la visibilità della Camerata ci affidiamo senz’altro ai videoclip, alle playlists streaming (un mezzo che ci sembra molto utile e piacevole), alle interviste, e alla modalità che a nostro avviso è la più sana e la più potente, ovvero il concerto, il live, la dimensione che ci vede maggiormente a nostro agio.

SOURCE – Any famous last words?

Elena Previdi (Keyboards, percussion, choir) – Vi ringraziamo per l’intervista e ci auguriamo di incontrare voi e i lettori di Source a qualche nostro futuro concerto. A questo proposito vi confidiamo un’anticipazione. Il 2024 è il nostro trentennale, e per festeggiarlo stiamo organizzando un evento molto particolare per questo inverno a Milano: suoneranno con noi alcune band italiane con le quali c’è amicizia. Prossimamente faremo uscire l’evento con tutti dettagli… Vi aspettiamo!

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